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Adrián José Larosa (Buenos Aires) - 10/03/2006 Soy nieto de José Larosa, nacido en vuestro pueblo a principios del siglo pasado y recido en Buenos Aires, Argentina. Mi padre ha tenido la maravillosa experiencia de conocer la tierra de mi abuelo y fue así como surgió el contacto con nuestras raíces. Hoy tuve la gran alegría de recibir en mi domicilio, como obsequio, un calendario del centro cultural "IL TOCCO" que evoca los lugares más significativos del pueblo. Deseo conocer si aún vive en el pueblo algún descendiente de mi familia y si está a su alcance brindarme la información y modo de hacer contacto con ellos. Les agradezco mucho la atención que han tenido y desearía recibir información relativa a vuestro pueblo.

IL CORSARO DELLE TIMPE ('nto Mulineju) - Ultimo aggiornamento 07/04/2006 Centinaia di anni fa giunsi a motta quasi per caso. Un tremenda tempesta mi colse nel basso tirreno e per non colare a picco com mio tre alberi mi rifugiai nel Mesima. Vedendo che era navigabile lo risalì finché non arrivai nel mulineju subito sotto le mura di questo splendido borgo. Era ben governata, su modello di una repubblica da 12 cavalieri che ben mi accolsero ed interessati alle mie mercanzie incoraggiarono un nuovo commercio. Io portavo oro argento e spezie orientali ed in cambio ricevevo del buonissimo vino, olio pregiato, fichi d'india, surva, cacumbera e cuccomele. Questi viaggi si susseguirono per tanti anni, finché un bel giorno a causa di scarse piogge le acque della fiumara si abbassarono e la mia nave rimase incagliata.

Il mio soggiorno forzato durò a lungo per cui io ed il mio equipaggio ci adattammo bene alla nuova vita e per guadagnarci il pane andavamo a raccogliere olive arance ecc. in attesa della piena combattemmo anche per la nuova patria acquisita fin quando un nuovo evento sconvolgente non fece precipitare la situazione. Passeggiavo un giorno nel corso quando da una finestra si affacciò una splendida fanciulla dalla lunga chioma bionda, era Mafricella della famiglia degli sburdellaci una delle 12 famiglie che governavano la repubblica. Me ne innamorai perdutamente e non sapendo che era stata promessa in sposa al rampollo di un'altra nobile famiglia (casinaci) la corteggiai follemente, ritrovandomi ben presto a marcire in una segreta del castello.

Furono anni bui e tristi, il tempo non passava mai nella mia 4x4 dove prendevo il sole a quadretti ed i primi reumi si affacciavano.La finestra della mia cella volgeva al nord e da qui potevo ammirare l'imponenza del Poro ( a proposito una guardia di nascosto ogni tanto mi passava una bottiglia di PORELLO ,che mi assicurava estratto dalle migliori uve della montagna),con i suoi nuvoloni immensi carichi di pioggia ( su' tempu veni di giulieju mina po' pagghiarejiu).La mia vita nelle prigioni del castello di Motta si srebbe protratta a lungo se un nuovo evento eccezionale non fosse sopragiunto a sconvolgere i destini del nobile borgo.

Il 22 maggio di quell'anno storico i nemici sbarcarono numerosi sulla plaia di Nicotera marina e risalendo verso l'interno invasero il territorio devastando tutto quello che incontravano fino ad accamparsi sotto le mura del nostro borgo cingendolo di assedio. Il consiglio di guerra si insediò, ed in una celebre "tocccata" (riunione sotto il tocco) i cavalieri di cappa e di spada presero le dovute contromisure per poter liberare il paese da quell'assedio. Per prima cosa furono liberati i detenuti a patto che si fossero impegnati nella battaglia contro gli invasori e poi promessi grandi premi(nduja a volontà)ai piu valorosi che si fossero distinti in battaglia.Anch'io fui oggetto di quelle promesse ed a bordo del mio veliero ribattezzato per l'occasione "IL MOTTARELLO" assieme alla mia ciurma mi misi a disposizione della città.

Resistemmo stoicamente agli attacchi, finché una notte quando "ndi vinni mparu" cogliemmo di sorpresa gli intrusori e li attaccammo sul loro fianco sinistro. Mentre i nostri arcieri li inchiodavano sotto il loro tiro, a "pitti fritti", sfondammo le loro resistenze ed o ponti abbatisturnu ed in uno scontro molto cruento li costringemmo ad indietreggiare. Anche le nostre donne si diedero da fare e finiti i sassi da lanciare, colpirono il nemico a "corpa di pittari". Dal 2 giugno in poi fu un crescendo di vittorie, li battemmo ancora "e carcari", li inseguimmo fino nella piana dove nella battaglia finale du "SUVERITU". Il 10 agosto li ributtammo definitivamente in mare. Da allora in poi, ogni anno, e precisamente il 10 agosto si festeggia quella ricorrenza nella piazza principale del borgo con canti, balli (FACIMU ROTA) mostre fotografiche, rassegna gastronomiche.

Gli anni che vennero furono eccezionali per il nostro borgo,un grande entusiasmo pervase la societa' permettendoci di fare grandi progressi in tutti i settori. La nostra democrazia contaggiò i paesi limitrofi che si modellarono sulla nostra organizzazione, i conventi e le scuole già numerosi si moltiplicarono, l'agricoltura ebbe uno sviluppo notevole, nacque la società delle arti e dei mestieri che permise a molti artisti e artigiani di affinarsi confrontandosi con altri confluiti da fuori. Si sviluppò la coltivazione delle vigne a terrazze, i castagneti, oliveti si ottenne dalla morzija un ottimo liquore poi venduto dappertutto (il morsello). Tanti artigiani che prima operavano timidamente trasmisero la loro sapienza e fu un fiorire di mastri guttari, falegnami, fabbri, ciaramidoti (confezionavano tegole e mattoni con i fregi degli ordinanti).

I cavalieri governanti, per favorire lo sviluppo, sponsorizzarono ricchi premi. Fu istituito il "MOTTARELLO D'ORO" per chi si fosse distinto nell'anno per iniziative innovative e proficue nel campo economico, sociale, culturale. Molti giovani rampolli si fregiarono di questo premio ed al proposito mi piace ricordarne qualcuno: Cianciaci informaticanzio sburdellanzio, miserinaci architettanzio, calandrucciaci computeranzio, ingegnieraci medicanzia, restucciaci letteranzia, mazzeaci maximus tavulanzio, lagambaci presidenzio, poi altri delle famiglie dei grillaci degli espositaci e poi molti altri ancora che non posso menzionare per ragione di spazio. Anche nel campo della bellezza si intervenne con dei riconoscimenti: "MOTTISA BELLA" e "HOMO FICUS".

(segue??)


MARIA ROSA (Buenos Aires) - 19/02/2006 Ciao come state io sono Argentina la mia famiglia e tutta nata a Motta Filocastro il mio papa la mamma e anche mie fratelli anche il mio marito e italiano. Sono stato tre volte a Motta (junio 2005 l'ultima volta) e sempre mi piacce di piu sono emosinata perche o trovato questa pagina sul internt e mi fa ricordare al mio caro papa che gia non e piu con me ma sempre sta nel mio cuore e lo ho ricordato tanto quando sono stato in questo bellisimo paese mi piaccereve tanto vedere piu fotografie di Motta Filocastro, spero che si capicce come io scrivo perche no so scrivere bene saluti a tutti da una argentina con il cuore un po italiano.

GRAZIANO (Motta Filocastro) - 18/02/2006 Ciao a tutti! E’ un po’ che non scrivo, ma come ha supposto Pino Grillo sto studiando tantissimo! Carissimi ANONIMO e VISITATORE sono contento delle vostre provocazioni. Noi, come Associazione, desideriamo tutelare, valorizzare e promuovere le nostre tradizioni e la nostra cultura e cerchiamo di farlo con le nostre attività, nello specifico di questo sito attraverso le varie sezioni di Testi ,Poesie,Video,Fotografie ed anche con il GuestBook. Quest’ultimo ha un’altra importante funzione: aprire una finestra virtuale sul nostro paese. Chi scrive sul GuestBook deve avvertire la sensazione di trovarsi a Motta; allora è naturale per me scrivere in dialetto e lo diventa anche per molti compaesani emigrati che forse, per un momento, si sentono nel loro paese natio. Scrivere sempre in italiano falserebbe la realtà che vogliamo far conoscere poiché il dialetto è la nostra prima lingua, fa parte della nostra cultura, di quella cultura che noi vogliamo tutelare, valorizzare e promuovere. A presto

IL CORSARO DELLE TIMPE ('nto Mulineju) - 08/02/2006 LA DOMENICA DEL VILLAGGIO (DI MOTTA)...Quando il primo sole bacia i tetti ed imperla la rugiada,son gia' al lavoro le giovani comari,i tagghiarini hanno a preparari. Qua' si campa d'aria,d'aria fina, si passia presto la domenica mattina.Festante il popolo si assiepa sotto il tocco,sorridente aspetta il terzo rintocco.Venite avanti, venite avanti, invoca il pio devoto dall'altare che la sacra parabola vi voglio raccontare.meno male che in chiesa c'e' anche il coro,oh come canta bene, oh che ristoro. Dopo" ite missa est" prendon leste l'uscio le comari,il pranzo devon preparare. Si attardano invece i mariti, u crodino da ntoni u bettu s'hanno a pigghiari. Il pomeriggio si gioca a carte e si beve vino, altri fanno un riposino. Va per le rughe del borgo l'odore da pignata, ci aspetta na bella serata. Qui tutto e' canto e poesia,l a piu' bella vita che ci sia! .......A motta e' poetica!!!!!!!

RAGGIONIERE (Lecco) - 06/02/2006 Ciao a tutti dal Raggioniere, eh sì perchè Raggioniere si scrive con due "G". Cari "compaesani", passatemi il termine anche perchè nonostante non sia nato e vissuto a Motta mi sento uno di voi a tutti gli effetti, sono contento di dialogare con voi che siete tutti i giorni della mia vita nel mio cuore, e anche se ahimè 1250 km. ci dividono le distanze si annullano se ad unirci c'è l'amore per la nostra terra. Ora che anch'io mi sono unito al coro di coloro che fanno sentire il loro calore e non fanno mancare l'affetto, spero tanto, dicevo,di poter essere fonte di dialogo e di confronto da questa città di "lumbard" che è Lecco. Un saluto a tutti e vi penso con affetto.

IL CORSARO DELLE TIMPE ('nto Mulineju) - 06/02/2006 dalla prima lettera del corsaro ai mottesi.......Punto e a capo. nelle calde estati,passiavano passiavano i giovani mottesi,da mattina a sera,dall'alba al tramonto,du ponti abati starnu o ponti a nucijara,du carvario fino a chiazza.si disquisiva di tutto:della filosofia ,della pasta e suriaca,delle origini del mondo e della genesi di motta( ma e' nata prima motta o il mondo?).neanche il solleone intimoriva l'impavido incedere del giovin mottese,poiche' egli trovava gaudio e refrigerio nell'aria del fosso o nta' gazzusa di ntoni u battu( A MENZU PASSIARI , RIFRISCU PIGGHIARI).Che diletto poi parrari di vino e mangiari,ma a motta poi simu tutti cumpari.Si nci duni nu picu e na zzappa , da paura nci veni a sciorta,ma guardate ca non simu storti!!Come ben diceva mastro dante:Fatti non fummo per seguire cacumbera e cuccomele,ma nduja e conoscenza! A motta nce' cummedia!!!!!!!

Padre Enrique Mascorro (Messico) - 25/01/2006 Cari saluti. Vorrei ringraziare la vostra gentilezza. Sono lieto di comunicarvi che ho ricevuto il pacco il cui mi è stato inviato al messico. Grazie tante per farmi conoscere le tradizioni belle di Motta. Ancora porto nel mio cuore tutti coloro che avitano in questo bel paesino. Non vi dimentico mai con i vostri sogni, i vostri desideri e tutti ció che construisce la vostra identitá. Cumplimenti bravi ragazzi della associazzione culturale "Il Tocco". mi avete colpito per la vostra maniera d´amare senza frontiere, avete agunto al mio pensiero tante cose nuove nel mio soggiorno in mezzo a voi. per cortesia portate avanti il vostro impegno di fare ruotta nella bella Motta. Impegnate a fare rinascere la vostra grandeza come popolo. I sasi, le strade le case, la campagna parlano per se stesi ma preferisco ascoltare voi il racconto della vostra storia. Voi sapete che vi voglio tanto bene. Auguri!

ZAURDO (Asprumunti) - 21/01/2006 Io farei un grande elogio e un forte ringraziamento a tutti i giovani di Motta che si sono prodigati con sacrfici e con tante peripezie nel costruire questo portale, portare a termine un qualcosa che noi tutti tocchiamo con mano. Comunque giovani di Motta avanti sempre così che siete veramente persone squisite pieni di vitalità e voglia di portare in alto il nome del paese di MOTTA. Sono veramente felice nel leggere imail che arrivano dall'Argentina, questo ci fa semplicemente onore in quanto il cuore di Motta si sente da lontano senza dimenticare le radici. Un saluto a tutti i Mottesi emigrati in Argentina e in altri paesi d'Italia.

I FIGGHJIOLI DA MOTTA - 21/01/2006 ....Domanassira si mangia!! Menù: Antipasto di casi nostri: (ognunu porta chiju chi avi: Milangiani all'ogghiu, suppressata, capicoju, ricotti, formaggiu e … potimu sapiri chiju chi hannu a casa i genti), Primo: Fileja cu tri qualità i sucu (ca 'nduja, ca suriaca e cu pumadoro lisciu), Secondo: allora pò secundu u discurzu è longu: pigghiamu nu porcu e uppoggiamu chianu chianu subba nu barcuni (...quandu non hai a gravija, chi fai...) e di sutta vrasci, e di subba porcu, e di sutta vrasci (e u porcu no staci), allura chi facimu, stamu u mu tenimu? o nui o iju, megghju u mu facimu morza morza (denti i filettu, satizzi, costateji, spiedini), mo pari ca staci, annatru morzu non avi aundi u vaci!! Il tutto accompagnato da un ottimo vino fruttato alla liquirizia dell'ottima annata del'72 (mo 'nci voli)...va pigghja na cannata i vinu du nostru ca l'annata è sempri sicura...e chiji quattru turruna chi restaru i Natali non jati u mi pigghjati … e di sutta vrasci...e di subba ossa....

PEDRO MAMONE (Buoenos Aires) - 20/01/2006 Ciao Remo, Inanzi tutto ti chiedo scusa se il mio italiano non è buono e ho parecchi errori. Tu non puoi immaginarti la gioia che ho avuto di sapere di questo sito. I miei nonni erano di Motta Filocastro e sono venuti in Argentina nel 1920. Io sono stato in Motta nel 1994 e non mi la dimentico mai. Un abbraccio per tutti i motessi. Ti ringrazio un'altra volta. Arrivederci.

TONINO INGEGNIERI - 19/01/2006 Cari ragazzi di Motta, chi vi scrive e' Tonino Ingegnieri e lo faccio da molto lontano. Come qualcuno sicuramente sa sono da un lungo periodo in Australia. E' stando cosi' lontano che si sente forte il legame mai spezzato con i ricordi, i luoghi,le voci e gli odori della terra in cui sei nato e cresciuto. L'Australia è un bellissimo paese (australiane comprese), grandissimo, ricchissimo ed efficiente. Il mare è pulito e pieno di squali, come a Grotticelle.Sto mostrando a tutti con orgoglio le foto del "falò di Natale"; qua a Natale fa 40 gradi e si fanno i barbecue in spiaggia tra biondone in bikini e vino australiano, ma il fascino della nosra piazza non lo ritrovo in nessun posto del mondo in cui ho viaggiato. Dall'altra parte del pianeta vi mando un abbraccio affettuoso e vi auguro buon lavoro per la cara Motta in quanto è grazie al vostro operato che posso mostrare il MIO PAESE ovunque io vada. Grazie...

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