Logo Associazione Il Tocco
...::: SS. Cosma e Damiano

Archivio Fotografico


27 Settembre 2007


Cenni Storici
I Santi fratelli Martiri Cosma e Damiano, nacquero verso la metà del III sec. Ad Egea, città della Cilicia, appartenente al Patriarcato di Antiochia, da genitori nobili per sangue ed eroici per la professione della vita cristiana. Gemelli di nascita e primogeniti di altri tre fratelli minori, Antimo, Leonzio, Eupreprio, furono indivisibili in tutte le manifestazioni della loro vita: nella pratica dell’arte medica da loro esercitata, nella professione eroica della vita cristiana e nel martirio subito per amore di Cristo il 27 settembre del 303 a Ciro di Siria, durante la persecuzione di Diocleziano. E’ ignoto il nome del padre dei Santi Martiri, il quale non solo è ritenuto cristiano da tutti gli scrittori, ma Giorlecta Cartofilace, Metropolita di Nicodemia (880) e l’ Analecta Bollandania parlano di lui come uomo di preclare virtù, seguace di Cristo, predestinato a cogliere presto, perché morto in giovane età, il premio eterno. Più spiccata e luminosa si presenta la figura della madre. Nel Menologio Silertiano è chiamata Teodora, ma L’ Analecta Bollandiana la chiama Teodota (consacrata a Dio). Ci viene descritta come la vera cristiana dei primi tempi del cristianesimo, donna forte, madre pia e saggia, che pose ogni cura per educare i suoi figliuoli, incamminandoli nella via della scienza e soprattutto informandoli alle più sode ed elette virtù cristiane. I giovani fratelli si diedero con intelligenza e con profitto allo studio dell’arte medica in Siria, nelle più celebri scuole mediche del tempo, fra le quali eccelleva quella del famoso Galeno. Possiamo ritenere, come afferma qualche scrittore, che i Santi fratelli abbiano preso a coltivare la scienza medica con il proposito di poter giungere più facilmente a guadagnare a Cristo un maggior numero di pagani.
E’ certo comunque che essi esercitavano la loro arte unicamente per amore di Dio e del prossimo, prestando la loro opera con assoluto disinteresse, senza retribuzione di danaro o altro, non accettando neppure la benché minima cosa che potesse avere ragione di ricompensa, per cui erano chiamati “Anargiri”, vale a dire senza argento. Scoppiata, agli inizi del IV secolo la terribile persecuzione di Diocleziano e di Massimiano, la più crudele e la più feroce contro i cristiani, i Santi Medici, per la loro fede, non potevano non incorrere nell’ ira dei persecutori dei seguaci del nome cristiano. Imprigionati e condotti dinnanzi al prefetto Lisia, professano intrepidamente la loro fede, respingendo le loro promesse di onori fatte loro dal prefetto, se avessero rinnegato Cristo, e minacciando lo stesso Lisia dei castighi eterni. Sostengono quindi eroicamente la tortura; poi vengono precipitati in mare, dal quale escono miracolosamente vivi; sottoposti ai tormenti del fuoco, delle saette e della lapidazione, riusciti vani, vengono decapitati, meritando in tal modo la palma del martirio. Il loro culto si estese largamente e prontamente come attesta la frequenza fin dal IV secolo dei nomi Cosma e Damiano negli epitaffi cristiani. L’ imperatore Giustiniano, che attribuiva alla loro intercessione la guarigione da una malattia, fece erigere in loro onore una chiesa a Costantinopoli e riparare la basilica che era stata edificata sul luogo del martirio. In Roma il loro culto si propugnò nel secolo VI; Papa Simmaco (498-514) fece costruire un oratorio, secondo la testimonianza del “Liber Pontificalis” e Felice IV (593-530) dedicò ai due Santi la basilica del Foro, che fece onorare con un mosaico ancora visibile. Sono patroni dei medici. Le reliquie dei Santi furono deposte, come comportava l’ uso dei tempi sotto l’Ara massima del primo Tempio eretto in loro onore Ciro in Siria. Così assicura Teodoreto, vescovo della stessa Città. Ivi riposarono certamente sino al 562, secondo Procopio, che in detto anno viveva ancora e ne scriveva a riguardo. Dopo il 562 si ha memoria di varie traslazioni delle reliquie, ma le notizie che si hanno sono discordanti e spesso contraddittorie; mentre risulta con certezza che sotto il pontificato Basilica del Foro. Lo attestava un’ antica tavola della medesima basilica, andata poi perduta, ma riportata dai Bollandisti dal Mezzadra e da altri, nella quale si leggeva:
Sotto l’ altare Maggiore riposano i corpi dei S.S. Martiri Cosma e Damiano ivi deposti dal B.Gregorio I. La ricognizione delle Reliquie, eseguita il 24 maggio del 1924 dal Card. Basilio Pompili, Vicario Generale di Pio XI, alla presenza di autorità ecclesiastiche e civili dei periti, diede conferma dell’ esistenza nel pozzetto sotto l’ antico Altare della Basilica dei preziosi resti dei Santi. I Santi Cosma e damiano vennero in genere rappresentati, da pittori di secoli diversi, nell’ atto di esercitare la loro opera di taumaturghi risanatori di infermità e amputazioni. Molto rappresentate anche le scene del loro martirio. Opere di questo tipo si trovano alla pinacoteca di Monaco, alla galleria Nazionale d’Irlanda a Dublino, e a Parigi. In tutte le opere i Santi sono raffigurati senza il bambinello ammalato, che nelle Statue di Motta sta in mezzo ai due martiri.
Tratto da: Motta Filocastro -Storia – personaggi – tradizioni di Giuseppe Ingegnieri.
Associazione Culturale Il Tocco - Via Castello, 35 - 89844 Motta Filocastro (Vibo Valentia)
C.F. 96019260791 - C/C Postale 68036078 - email: posta@iltocco.info
recapiti telefonici: 329.7296739 - 328.3022997 - 338.8894385
copyright anno 2013