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...::: Motta e Dintorni

Tropea Costa degli dei - la perla della calabria
Sembra emergere dal buio dei millenni la storia di Tropea, perla incontrastata del turismo rivierasco calabrese con giustificate aspirazioni a un più affermato respiro internazionale. C'é chi la vuole fondata da Scipione l'Africano, di ritorno a Roma dopo la vittoria su Cartagine; chi le dà origini assai più remote e chiama in causa Ausoni, Brezii Aprustini, Enotri, Osci, persino Ercole, il semidio. Eccolo, secondo il mito, di ritorno dalla Spagna, sostare in questo giardino e decidere la nascita d'una città a cui legare il proprio nome: Portercole. A lungo sotto il dominio saraceno, Tropea acquistò un ruolo di primaria importanza nell'attività marinara durante il periodo normanno, iniziato con l'investitura di Ruggero il Guiscardo a duca di Puglia e Calabria, e poi in quello aragonese. Delle varie epoche storiche, la città conserva consistenti tracce nel tessuto urbano, uno dei più caratteristici della Calabria: le case che sembrano precipitare dal promontorio, le severe dimore nobiliari, i palazzi dai portali in granito e in pietra tufacea, la fanno, insieme allo splendido mare e alle spiagge, meta di decine di migliaia di visitatori ogni anno.
 
Gerace Locri - la rupe dove posò lo sparviero
Il nome deriva dal greco jerax, "sparviero", in ricordo del rapace che, secondo la leggenda, avrebbe indicato agli abitanti di Locri il luogo in cui rifondare la città, al riparo dalle incursioni saracene. Gerace svetta a 492m. di altezza s.l.m. E' disposta su tre plateaux digradanti: borgo maggiore, borghetto e città alta. Abitata fin dal neolitico, Gerace ha da sempre svolto un ruolo strategico considerevole nel territorio. Con i greci e i romani, la rocca accrebbe la sua importanza militare nel controllo del percorso di collegamento Jonio-Tirreno. I bizantini la chiamarono Santa Ciriaca e la fortificarono tanto che poté resistere ai numerosi attacchi arabi del X secolo. Nel corso dei secoli Gerace fu Contea, Marchesato, Principato. Sulla parte più alta della città, si eleva il Castello, fortificato dall'amministrazione normanna sotto le insegne di Ruggero il Normanno e Roberto il Guiscardo. Autentico gioiello d'arte è la Chiesa di San Francesco del XIII sec., con arco arabo-svevo. L'interno accoglie un fastosissimo altare barocco riccamente intarsiato con marmi riproducenti suggestive immagini policromi. Notevole importanza architettonica rivestono la Chiesetta di San Giovannello del X sec. e la Chiesa di Santa Maria del Mastro a croce greca.
 
Scilla Chianalea - La cittadina sullo stretto
Quasi certamente la spiegazione del toponimo di Scilla è da ricercare nella leggenda, che ebbe grande popolarità in tutto il mondo antico e che era nata per simboleggiare il pericolo che costituivano le correnti marine in prossimità dello Stretto: dal vortice che ne scaturiva, le imbarcazioni venivano spinte talvolta verso la zona sabbiosa di Capo del Faro, tal’altra verso lo scoglio di Scilla. Secondo la leggenda, Scilla era stata una bellissima fanciulla, amata dal dio del mare Glauco, e trasformata per gelosia dalla maga Circe in un mostro orrendo: nella parte superiore conservava l’aspetto di bellissima fanciulla mentre dalla cintola in giù il suo corpo era abbruttito da sei spaventose teste di feroci cani latranti, dalle bocche dotate di tre fila di denti appuntiti. E’ accarezzata da un mare cristallino e conserva intatto il fascino del vecchio borgo marinaro. Le stradine splendide della Chianalea, il lungomare ben tenuto e la spiaggia sabbiosa ne fanno una vera meraviglia. Di fronte si può ammirare la Sicilia in un panorama di rara bellezza.
 
Pizzo Calabro
Cittadina tra le più belle e rinomate del Vibonese, con uno dei borghi più pittoreschi della costa, e' arroccato sul pendio di un suggestivo promontorio che si erge a picco sul Tirreno, proprio al centro del golfo di Sant'Eufemia. Sulle origini della citta'di Pizzo esistono 2 versioni, una molto suggestiva che la fa coincidere con la colonia Greca di Napezia o Napizia; L'altra legata alla costruzione di una torre con annesso fabricato fortificato, voluta Dagli Angioini nel 1380. Simbolo del paese è il Castello Aragonese, più noto come Castello Murat essendovi stato imprigionato e fucilato il 13 ottobre 1815, Gioacchino Murat. Eretto verso la fine del XV secolo da Ferdinando I d'Aragona, ha il corpo quadrangolare impostato sulla rupe che domina il piccolo porto sottostante e due torrioni cilindrici angolari quattrocenteschi. L'ingresso presenta due fenditure verticali, che fanno supporre l'esistenza in origine di un ponte levatoio. A due passi dal mare, presso la scogliera di Piedigrotta a Pizzo, sorge una chiesetta scavata nel tufo di una grotta naturale. In questo luogo solitario da più di due secoli gli abitanti di Pizzo vanno per innalzare le loro preghiere alla "Madonnella". La chiesetta con le sue ombre suscita nel visitatore forti suggestioni e rimanda a lontane leggende. Il mare sottostante inonda le sue navate di sommessi fruscii, simili a bisbigliate litanie.
 
Serra San Bruno - Certosa
Serra San Bruno deve la sua origine alla venuta del monaco Bruno di Colonia, fondatore dell'Ordine dei Certosini , che dedicò la sua vita alla ricerca di Dio in silenzio e in solitudine e ricevette in dono dal Conte Ruggiero il Normanno i territori che oggi sono geograficamente individuati come altopiano delle Serre Calabre, per la costruzione del suo eremo, la Certosa di Santo Stefano del Bosco, primo monastero d'Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble, in Francia. Il paese è formato dal centro storico, chiamato Terravecchia e da Spinetto, quartiere più nuovo del primo perché costruito dopo il terremoto del 1783, che aveva distrutto buona parte del centro storico, rendendolo fatiscente e perciò denominato "terra vecchia" e alcuni edifici del monastero, tra i quali la chiesa conventuale certosina, di cui oggi rimane solo la cinquecentesca facciata in granito a testimonianza della grandezza che il tutto monastero possedeva. La successiva ricostruzione del paese fu dovuta anche alla presenza di artigiani del legno, del granito e del ferro battuto richiamati nei secoli a Serra dalla presenza della Certosa; infatti, furono proprio questi maestri d'arte che sfruttarono le risorse di cui la zona era ricca, il legno, il ferro e il granito, per la creazione di opere d'arte che servivano per l'abbellimento delle chiese e del paese. Le chiese di Serra, infatti, conservano numerose testimonianze del glorioso passato artistico di questo bellissimo paese.
 
PENTIDATTILO - La leggenda della mano di pietra
A pochi chilometri da Reggio Calabria, su una imponente rupe a forma di mano, sorge l'antico borgo di Pentidattilo (che significa appunto "cinque dita"), per anni lasciato in stato di abbandono ed oggi in via di recupero. Pentadattilo è dominato dai ruderi del Castello, dove, nella lontana notte di Pasqua del 1686, si consumò la strage della famiglia Alberti per mano del Barone di Montebello Bernardino Abenavoli innamorato di Antonietta Alberti. A tale avvenimento sono legate numerose leggende e credenze popolari. Dai pittoreschi i vicoletti ornati di piante e fiori mediterranei si può godere di suggestivi panorami di mare e di montagna. Da vedere la chiesa dei S.S. Pietro e Paolo e la Chiesa della Candelora costruita nel XVII secolo.
 
Briatico - paradiso del sub
Briatico è un centro peschereccio situato alla foce del fiume Murria, tra Zambrone ed il porto di Santa Venere. Recenti scavi, che hanno fatto venire alla luce diversi reperti storici, fanno risalire l'insediamento all'Alto Medioevo. Briatico, nel passato recente, aveva una fiorente attività agricola. Il suo territorio abbondava di cotone e possedeva una miniera di carbone. Ciononostante subì un penoso calo demografico dovuto alle insostenibili pressioni fiscali e ai tanti terremoti che danneggiarono il paese fra il 1638 e il 1783. L'ultimo terremoto distrusse completamente il vecchio insediamento.
 
Zambrone - Acquapark
Sulle colline di Capo Vaticano, in posizione panoramica, Zambrone è protesa verso il Golfo di S. Eufemia. Alcune notizie storiche danno la fondazione fin dal 1300, quando gli abitanti di San Giovannello, incalzati dai pirati costruirono un nuovo centro nella attuale posizione. Altri testi danno la fondazione della città sempre al 1310 dai superstiti di Aramoni, distrutta da Roberto D'Angiò. Oggi è ulteriormente rinomata per la sua "Marina" che in questi ultimi anni ha avuto un crescendo impressionate di interesse turistico. La costa non è uniforme, si passa con estrema facilità dalla sabbia bianchissima e fine a quella rocciosa. Importanti e numerosi sono gli stabilimenti balneari e le strutture legate al turismo.
 
Zambrone - Acquapark
Ai suoi piedi la fertile piana di Rosarno, con agrumeti e ulivi, vigneti e orti. All'orizzonte lo scenario immenso abbraccia la pianura e il mare, l'Aspromonte e l'isola di Stròmboli, le Eolie e le coste della lontana Sicilia. Disposta su un ripido pendio, la cittadina, abbandonata nel X secolo a causa delle incursioni saracene e ricostruita dai normanni, mantiene nel nucleo storico un aspetto antico con tortuose stradine, sottopassi e ripide scalinate. Nella parte alta dell'abitato sorge il castello, eretto nel 1764 sulle rovine della fortezza svevo-angioina (1065), con torri angolari e ampie terrazze, dalle quali si domina la marina e la sua lunga spiaggia. In alcuni suoi ambienti è stato allestito il Museo civico Archeologico, con reperti da necropoli e stazioni del Neolitico, bronzi, terrecotte e ceramiche di età greca romana e medievale. Poco distante è la Cattedrale, medievale per origine ma completamente ricostruita nel 1785 e rifatta nel 1843, che custodisce una Madonna delle Grazie di Antonello Gagini, realizzata prima del 1499. Nel vicino palazzo Vescovile, trasformazione settecentesca di un palazzo cittadino risalente al XV secolo, è il Museo diocesano d'Arte sacra, con frammenti architettonici e lastre tombali, sculture, dipinti e argenti di scuola napoletana e siciliana, arredi e paramenti sacri. Numerosi nel centro storico i palazzi e le nobili dimore sei.settecentesche, che presentano portali e mensole in granito e balconi in ferro battuto. Sul mare è Nicotera marina. Nella zona pianeggiante compresa tra l'abitato e la foce del fiume Mesima sono venuti alla luce resti di edifici, necropoli e opere idrauliche romane. Questo ha portato gli archeologi a identificare l'area con un emporium che forse servì anche alla greca "Medma", colonia di locresi che sorgeva nei pressi dell'attuale Rosarno.
 
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