Iunta Graziano, iunta... La faccia è quella tipica di un calabrese. Sguardo gioioso e sottilmente ironico. Il comportamento pure: testardaggine, tenacia e caparbietà elevate all’ennesima potenza.
Risulta freddamente passionale e quando lo morde la taranta, i sensi reagiscono con veemenza. Remo, invece, è riflessivo, taciturno e quando si pronuncia sembra la Cassazione, ma il suo punto di forza è il sorriso gioviale. Poi c’è Monica, una che se anche andasse a vivere al Polo Nord, non potrebbe mai celare la sua profonda “calabresità”. L’associazione culturale “Il Tocco” annovera, fra i tanti soci, anche loro. Motta Filocastro, frazione di Limbadi, é un piccolo borgo che soffre dei mali endemici della Calabria. Spopolamento, emigrazione, carenza di un piano urbanistico di sviluppo. Però ha un tesoro immenso, le nuove leve. Sono davvero molti i giovani che hanno intrapreso gli studi universitari, peraltro con risultati eccellenti. E’ questa la ragione per cui a Motta Filocastro si realizza la più bella manifestazione estiva del Vibonese: “Filocastrum fest”. Una serata medievale curata con classe e dovizia di particolari. Un’organizzazione che denota, nei giovani mottesi, la presenza di una sostanza sempre più rara nella contemporaneità: quella materia grigia che a volte sembra l’araba fenice, tutti ne parlano, ma nessuno la vede. L’associazione “Il Tocco” si è ben guardata dal proporre la solita banale iniziativa, tutta a base di clichè e stereotipi. Ha invece concepito una kermesse che per originalità e valenza culturale non teme alcun confronto. Le istituzioni locali hanno offerto il loro contributo. Ma per il definitivo radicamento serve uno sforzo di più ampia portata. Occorre sostenere simili manifestazioni in maniera robusta. Se non altro, per premiare il coraggio dei mottesi e dare così un segnale politico emblematico. Il turismo, d’altronde, avrà un futuro solo se si punterà sulla qualità. E anche sulle iniziative culturali occorre prodezza. L’ideale, forse, sarebbe sostenere quattro o cinque eventi su scala provinciale, magari dislocati in diversi periodi estivi. I fatti, d’altro canto, danno ragione a quei matti rivoluzionari di Motta Filocastro. Il nove agosto, nella frazione di Limbadi, si è registrato un pubblico maturo, sagace, pienamente soddisfatto della serata trascorsa in buona compagnia, all’insegna di ottimi bicchieri di vino serviti con raffinatezza e di gustosi sughi dal sapore medievale. Ma c’è un altro aspetto che merita di essere sottolineato. Fino a pochi anni fa, le iniziative culturali, per forza di cose, dovevano essere “pallose”. L’esempio del “Filocastrum fest” demolisce questa errata convinzione e dimostra, concretamente, come sia possibile coniugare la cultura col divertimento. Amici e cumpagni, è giunto davvero il momento di urlare, forte, “Facimu rota”...
Corrado l'Andolina.